Norme per i collaboratori di «Nea Rhome»
[minimi adattamenti alla lingua del contributo sono prevedibili: es. (tedesco) «S.» invece di «p.»; (francese) «dans» invece di «in»]
a) Per le citazioni bibliografiche si osservino le seguenti norme:
1. Il cognome dell’autore di un volume o di un articolo, o del curatore di un’edizione o di un volume miscellaneo, va in maiuscoletto. Es.: G. MERCATI. (*)
2. Il titolo di un volume va in corsivo; il titolo di un articolo in corsivo; il titolo di una rivista in corsivo, preceduto da «in» e seguito (senza virgola) dal numero dell’annata (in cifre arabe), dall’indicazione dell’anno (fra parentesi) e dall’indicazione delle pagine, preceduta da una virgola e dall’abbreviazione «pp.». Es.: A. PETRUCCI, Breve storia della scrittura latina. Nuova edizione riveduta e aggiornata, Roma 1992; T. AEBISCHER, La commissione tecnica italo-vaticana ed i confini del territorio vaticano, 1929-1933, in Studi romani 48 (2000), pp. 104-117.
Per gli articoli in un volume miscellaneo si seguano le regole indicate per gli articoli delle riviste, quindi con titolo del contributo in corsivo e titolo del volume in corsivo preceduto da «in». Non si usi la formula AA. VV., ma si riproducano con la massima cura i dati contenuti nel frontespizio, ivi compreso il nome o i nomi del curatore o dei curatori. Es.: K.E. BØRRESEN, La religion de Christine de Suède, in Cristina di Svezia e Roma. Atti del Simposio tenuto all’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma, 5-6 ottobre 1995, a cura di B. MAGNUSSON, Stockholm 1999 (Suecoromana. Studia artis historiae Instituti Romani Regni Sueciae, 5), pp. 9-20.
3. Per ogni volume va indicato il luogo di stampa e l’anno di edizione (nelle forme del frontespizio; ma se l’anno è in cifre romane va indicato in cifre arabe), senza virgola fra i due dati; normalmente, per stampati posteriori al 1700 non si indichi lo stampatore o editore. Es.: (…) Paris 1898; Romae 1725.
4. Se l’opera è in più volumi, il numero del volume va indicato con cifra romana (o eventualmente araba nel caso di alcune note collezioni caratterizzate da gran numero di volumi), dopo il titolo, prima dell’eventuale titolo proprio del volume (preceduto da due punti), del luogo di stampa e dell’anno di edizione. Es.: Miscellanea Giovanni Mercati, V: Storia ecclesiastica. Diritto, Città del Vaticano 1946 (Studi e testi, 125); ma: PL 182 (cfr. infra nr. 8).
5. L’indicazione della collezione alla quale appartiene un volume va collocata dopo il luogo di stampa e l’anno di edizione, fra parentesi tonde; segue, dopo una virgola, l’eventuale numero d’ordine all’interno della collezione, che va comunque indicato con cifre arabe. Es.: K.D. ERDMANN, Die Ökumene der Historiker. Geschichte der Internationalen Historikerkongresse und des Comité International des Sciences Historiques, Göttingen 1987 (Abhandlungen der Akademie der Wissenschaften in Göttingen, Philologisch-historische Klasse, Dritte Folge, 158).
6. Per la citazione delle pagine (e delle colonne) si indichi: pp. (o coll.) con i relativi numeri, iniziale e finale (evitando le indicazioni sg., sgg., seg., segg. e così via); le note possono essere indicate con n. / nn.; i numeri con nr. / nrr.
7. Per la citazione di autori classici, patristici, medievali, si consiglia di indicare prima il nome dell’autore e il titolo uniforme dell’opera (eventualmente abbreviati secondo l’uso), con riferimento per il passo citato alle usuali partizioni del testo (libro, capitolo); di seguito si può citare fra parentesi l’edizione utilizzata secondo le norme già prescritte. Es.: GREGORIUS NAZIANZENUS, Oratio II, 18 [GRÉGOIRE DE NAZIANZE, Discours 1-3. Introduction, texte critique, traduction et notes par J. BERNARDI, Paris 1978 (Sources chrétiennes, 247), p. 114]; oppure: GREG. NAZ., Or. II, 18 [ed. J. BERNARDI, Paris 1978 (Sources chrétiennes, 247), p. 114].
8. Nel citare riviste, collezioni, repertori e simili si evitino sigle e abbreviazioni, a meno che non si premetta al contributo una esplicita tabella di scioglimento o si indichi in una nota iniziale l’abbreviazione adottata in seguito, per esempio, con la formula «d’ora in poi: (…)». Es.: BERNARDUS CLARAEVALLENSIS, Tractatus de erroribus Abaelardi, VII.17 [Patrologiae cursus completus. Series Latina, accurante J.-P. MIGNE (d’ora in poi: PL), 182, Lutetiae Parisiorum 1867, col. 1067A-C].
9. Per citazioni di un contributo già citato precedentemente si indichi soltanto il cognome dell’autore (se presente prima del titolo) e sempre una parte significativa del titolo in corsivo (normalmente le prime parole, senza puntini sospensivi), seguita da «cit.», in tondo, non preceduto da virgola. Es.: ERDMANN, Die Ökumene cit., pp. 35-37. Non si usino la formula «Op. cit.» e simili. Solo all’interno della stessa nota si può far riferimento all’autore/autrice con l’indicazione ID./EAD. (maiuscoletto, con la prima lettera bassa) se l’indicazione segue immediatamente quella di un contributo dello stesso autore/autrice.
10. Per citazioni consecutive dello stesso contributo si usi ibid., in corsivo.
11. I brani citati, sia nel testo che nelle note, dovranno essere racchiusi fra virgolette a caporale: «(..)»; nel caso di una citazione all’interno di un’altra citazione, si adotti la seguente gerarchia: «“ ‘ ’ ”». Passi di una certa estensione possono essere citati, a capo, riducendo il corpo del testo (preceduto e seguito da una riga bianca) e non utilizzando le virgolette.
b) Per citazioni di manoscritti si adotti il tondo nel caso in cui si indichi analiticamente luogo, istituzione di conservazione, fondo e segnatura (Es.: Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Borgh. 38); qualora si preferisca utilizzare le forme abbreviate entrate nell’uso, si utilizzi il corsivo soltanto per il fondo (Es.: Vat. lat. 39; Par. Suppl. gr. 32). La segnatura può essere seguita dall’indicazione del foglio o dei fogli (f. o ff., non c. o cc.) e del recto e/o del verso (r e/o v, senza punto, in tondo, all’altezza e nel corpo del numero del foglio). Es.: f. 12v; f. 235r-v; ff. 6r-27v.
c) Nel testo le cifre delle note, in esponente, devono sempre precedere il segno di interpunzione.
d) Per i rinvii interni al lavoro si usi la formula «cf. supra [o infra]», evidenziando eventualmente il numero di pagina provvisorio (riferito alla stampa consegnata alla redazione) fra due segni di $. Es.: cf. supra, p. $48$ n. 32; oppure: cf. supra, n. 32 e contesto.
(*) Le parole in maiuscoletto (con la maiuscola iniziale), non essendo rappresentabili nella codifica HTML, sono qui indicate in colore arancio.